Il 23 giugno si aprono le iscrizioni a medicina. Il test di ingresso è infatti sostituito da un semestre “di prova”. Il vecchio sistema garantiva buoni aspiranti medici, con una certa prevalenza di “figli d’arte”. Il cambiamento li migliorerà o peggiorerà?
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La riforma dell’accesso alle facoltà sanitarie non è la “fine del numero chiuso”: mantiene una forma di selezione, ma la sposta alla fine del primo semestre. È ricalcata sul sistema francese. Garantirà un numero di medici adeguato alle necessità future?
La riforma delle pensioni dei medici e di altre tre categorie produrrebbe risparmi non indifferenti per la finanza pubblica. Ma toccare i diritti acquisiti provoca reazioni. Così il governo ha scelto di continuare ad agire sui requisiti di uscita.
Per risolvere il problema della carenza di personale sanitario servono soluzioni pragmatiche. Occorre ripensare i rapporti interprofessionali e bisogna investire sull’attrattività delle professioni sanitarie, quella infermieristica in particolare.
Il Sistema sanitario nazionale va preservato. Per farlo serve una programmazione sanitaria che tenga conto delle previsioni demografiche e di domanda. Il contrario di quello che avviene oggi, quando si chiedono più medici, mentre mancano gli infermieri.
Oggi l’Italia ha una grave carenza di medici in alcune discipline cruciali. Ma le soluzioni adottate in fretta e furia, sotto la pressione politico-mediatica, rischiano di non risolvere il problema attuale e di crearne uno opposto nel futuro.
Il Governo punta a soluzioni semplici per risolvere i problemi della formazione dei medici. Per garantire più qualità, però, bisogna agire in maniera strutturale su tutto il percorso educativo. Ecco una panoramica delle principali criticità.
L’emergenza Covid-19 ha rilanciato il tema del fabbisogno di personale nel Ssn. Ma quante assunzioni sono necessarie, con quali specializzazioni e in quali zone del paese? Occorre definire una metodologia che dia risposte standard a queste domande.
Quando la Protezione civile aggiorna il suo bollettino quotidiano sui numeri dell’epidemia nasce un bel po’ di confusione. Vediamo come si arriva al calcolo corretto. Tenendo in mente che i dati ufficiali sono stime che spesso lasciano fuori i contagiati privi di sintomi e i decessi avvenuti a casa. Capire quando arriverà il picco dei casi e quante saranno le vittime richiede di fare previsioni. Un esercizio difficile ma già applicato alla dinamica di diffusione del coronavirus in Cina e utile per arginare il contagio.
Anche se i paesi Ue oggi si dividono sull’idea, va considerata in tempi rapidi la proposta di emissione di Covid Eurobond a lunghissima scadenza. Se emessi con caratteristiche identiche dai vari paesi, i loro rating e valori rifletterebbero la garanzia comune dei paesi partecipanti e il supporto della Bce. Sostegno alla liquidità delle imprese, al reddito dei lavoratori, alle famiglie, sospensione di sfratti e pignoramenti: ogni paese ha adottato misure di contenimento dei danni economici, oltre ai provvedimenti di tutela della salute e di rafforzamento del sistema sanitario. Vediamo quanti hanno fatto che cosa. Con 12 paesi europei che hanno ripristinato i controlli alle frontiere, viene il dubbio che il virus si sia portato via anche il trattato di Schengen per la libertà di circolazione dei cittadini Ue. Bisognerà cercare di salvare questo pezzo importante della costruzione comunitaria.
Solo un quarto degli italiani tra 65 e 74 anni usa tecnologie dell’informazione. Così gli anziani, già vulnerabili in questi tempi di coprifuoco, sono ancor più messi al margine dal “grey digital divide”. L’intasamento degli ospedali impone ai medici scelte difficili, come quella su chi curare per primo. Esistono vari criteri a cui attenersi ed è importante che le decisioni vadano prese con la massima trasparenza, dichiarandone i motivi
Riparte lavoce in capitolo, il podcast de lavoce.info. Ci potete ascoltare ogni mercoledì, su tutte le app per i podcast e su questo sito. Abbiamo iniziato con “Il sistema sanitario alla prova del coronavirus”, ospite Rosanna Tarricone.
Nel momento della scomparsa del padre di Massimo Bordignon, la redazione si stringe attorno all’amico e collega.
Di fronte al diffondersi dell’epidemia, l’Italia ha scelto la strada più dura, imponendo misure con riflessi molto pesanti sull’economia. Si tenta così di ridurre in maniera drastica il contagio. Ma cosa fanno gli altri paesi, in Europa e nel mondo?