Le sanzioni imposte dai paesi occidentali alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina non hanno rallentato l’economia russa. Perché Mosca le ha superate grazie alla crescente prosperità dei “paesi terzi”. Sui quali potrebbero ora ricadere nuove restrizioni.
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Grazie a una serie di relazioni privilegiate con governi autocratici, Putin ottiene un doppio risultato. Spinge verso la recessione i paesi occidentali, Europa in testa. Salva dalla crisi l’economia russa, permettendole per ora di resistere alle sanzioni.
Dopo il vertice dei Brics di Johannesburg e quello dei G20 a Nuova Delhi molto sembra cambiato per l’economia mondiale. I Brics ambiscono a costituire un blocco alternativo a quello occidentale. Ma si apre una competizione strategica tra Cina e India.
Tra i molti rilievi mossi a Roberto Vannacci per le affermazioni contenute nel suo libro, c’è anche l’accusa di filo-putinismo, che l’interessato respinge. Eppure, l’analisi del testo rimanda un’immagine molto positiva della Russia guidata da Putin.
Risolta la fase critica dovuta alle sanzioni, la banca centrale russa deve oggi districarsi tra l’esigenza di una stretta monetaria che raffreddi economia e pressioni inflazionistiche e la volontà politica di continuare ad alimentare la macchina bellica.
La politica estera di Lula suscita molte critiche in Occidente per la vicinanza a Cina e Russia. Ma sono le convenienze economiche a spiegare il nuovo corso: il Brasile è il principale produttore di soia e il primo importatore dei fertilizzanti russi.
Nell’ultimo anno il tema della sicurezza e dei costi dell’energia è diventato una preoccupazione costante per molte famiglie e imprese. La crisi ci offre tre lezioni. E la consapevolezza che la transizione energetica è su un percorso tortuoso.
I paesi europei hanno accolto i rifugiati ucraini, garantendo il diritto di protezione umanitaria. Ma la crisi non ha portato a un cambiamento della politica comunitaria sull’asilo. Servirebbe invece una accoglienza diffusa, condivisa e di qualità.
Monitorare l’attività economica in Russia è di notevole importanza per comprendere gli effetti delle sanzioni e predisporre eventuali nuove azioni. Servono però indicatori costruiti senza ricorre ai dati delle fonti ufficiale russe. Ecco un esempio.