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Le lezioni della stagflazione

In Europa torna lo spettro della stagflazione: uno scenario di bassa crescita e alta inflazione. Per evitare il peggio occorre che le banche centrali agiscano sulle aspettative e sul tasso di interesse reale. Due lezioni dagli anni Settanta.

Una politica monetaria incurante dei venti di guerra

Sia la Bce sia la Fed proseguono sulla strada di una politica meno espansiva, nonostante la guerra in corso. Ma le ragioni della “normalizzazione” sembrano meno solide nell’Eurozona che negli Usa.

Regole europee, la soluzione 100 per cento non basta*

Una riforma delle regole fiscali europee è auspicabile, perché molto è cambiato dai tempi di Maastricht. Ma solo modificare il parametro del debito dal 60 al 100 per cento non è sufficiente. Il problema potrebbe ripresentarsi in futuro.

Doppio gioco della Fed

Da un lato, la Fed immette liquidità con il Quantitative easing, dall’altro la ritira con operazioni di Reverse Repo, per evitare che i tassi divengano negativi. Il processo di normalizzazione quantitativa è così già avviato. Ma c’è un fatto nuovo.

Così l’invecchiamento abbassa i tassi di interesse

L’invecchiamento della popolazione spinge al ribasso i tassi di interesse reali. La crescente scarsità della forza lavoro riduce infatti la domanda di investimenti, mentre l’allungamento dell’aspettativa di vita porta le famiglie a risparmiare di più.

Il Punto

La proposta di Letta di una dote per i giovani da finanziare con un aumento delle imposte di successione riapre il dibattito sull’equità generazionale. Come scongiurare un’eccessiva concentrazione di ricchezza. Tra gli effetti del progressivo invecchiamento della popolazione c’è il anche calo dei tassi di interesse reali. Le ragioni? La crescente scarsità di forza lavoro e la maggiore propensione al risparmio. Per rimediare alla crisi dell’istruzione professionalizzante in Italia, il Pnrr si propone di investire sugli Istituti tecnici superiori. Nel Piano però manca ancora il necessario coordinamento tra Its e università.
La questione della sospensione dei brevetti sui vaccini è più complessa di quanto possa sembrare. E nella “diplomazia vaccinale” tornano ad avere un ruolo centrale le organizzazioni internazionali. Oltre a giovare all’ambiente, la transizione ecologica può trasformarsi in un’opportunità economica per molti paesi emergenti. È il caso della Cina, che sulle energie rinnovabili sta facendo passi in avanti.
Per i club secessionisti che avrebbero dato vita alla Superlega di calcio, le sanzioni minacciate dall’Uefa violerebbero la legge antitrust. Un paradosso, trattandosi di alcune delle società più potenti al mondo.

È online la decima puntata de lavoce in capitolo, il podcast de lavoce.info: “La politica monetaria che verrà”, ospiti Angelo Baglioni e Tommaso Monacelli. Venerdì parleremo di integrazione e gestione dei fenomeni migratori.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.

“Il ritorno dello stato: imprese, comunità, istituzioni”. Sarà questo il tema del Festival dell’Economia 2021, in programma a Trento dal 3 al 6 giugno. Qui tutti gli eventi. Cinque i Forum organizzati da lavoce.info: salute, welfare, stato imprenditore, mobilità sostenibile e infrastrutture digitali. E i nostri redattori dialogheranno con alcuni dei ministri invitati.

Se le banche centrali non credono ai propri annunci

La Bundesbank ha deciso un aumento dell’accantonamento nel fondo rischi generali che annulla gli utili da distribuire allo stato. Le motivazioni sono coerenti con le dichiarazioni di intenti dell’Eurosistema sulla politica monetaria del prossimo futuro?

Come ghiaccio sottile: i rischi di una silenziosa crisi del debito

L’Italia si avvia verso un rapporto debito-Pil tra il 160 e 170 per cento. È un problema anche con tassi di interesse molto bassi. Oggi è necessaria una politica fiscale espansiva, ma va fatta con programmi di spesa utili alla crescita di lungo periodo.

Debiti sovrani, a volte ristrutturare conviene

Con la crisi del coronavirus, la sostenibilità del debito sovrano diventa un problema serio, specialmente per i paesi emergenti. Le ristrutturazioni si moltiplicheranno, incluse quelle con i creditori ufficiali. Ma il mercato come valuta questi eventi?

L’autunno delle banche europee

Tutto il settore bancario europeo, non solo quello tedesco, è ipertrofico. Il problema si fa più acuto quando i tassi sono molto bassi. Per risolverlo non bastano le fusioni, occorrono politiche fiscali e finanziarie coraggiose, che non sono all’orizzonte.

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