I governi degli ultimi anni hanno cercato di ridurre il cuneo fiscale e aumentare i salari netti dei lavoratori dipendenti con riforme che hanno pesato non poco sul bilancio pubblico. I risultati ci sono stati. Poi, è arrivata la fiammata dell’inflazione.
Dopo la Conferenza di Monaco, il vertice europeo di Parigi: il tema della difesa europea è sempre in primo piano. Limitarsi ad alzare le percentuali della spesa militare, pur senza conteggiarla ai fini delle nuove regole fiscali, non risolverà la questione perché ogni paese continuerà a sostenere le sue produzioni e i suoi campioni nazionali. Sarebbe forse più utile pensare a una “coalizione dei volonterosi”, che non coinvolga tutti i 27 stati Ue ma includa il Regno Unito, per investire su progetti comuni. La riforma della giustizia del 2012 ha ridotto il numero di tribunali con lo scopo di migliorare l’efficienza del sistema, soprattutto per ciò che riguarda la lunghezza dei procedimenti. Una ricerca mostra che non solo non ha dato i risultati sperati, ma ha avuto conseguenze negative sul sistema bancario, con un aumento significativo dei crediti deteriorati. È migliore la cucina francese o quella italiana? Il dibattito è aperto da tempo. Non sembra arrivare a una risposta definitiva neanche l’analisi statistica delle stelle distribuite dalla Guida Michelin, la “bibbia” del settore. I numeri danno infatti ragione ai cugini d’Oltralpe, ma i nostri ristoranti stellati sono più accessibili dal punto di vista economico e suscitano più entusiasmo.
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È in edicola e sul web il nuovo numero di eco dedicato alle guerre commerciali, riacuitesi con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca: i danni saranno ingenti e ricadranno su tutti, perché in questi conflitti ci sono solo perdenti. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”: nell’uscita di febbraio analizza le trasformazioni delle catene globali del valore nel periodo 1995-2020, durante il quale hanno dimostrato una capacità di resistenza superiore alle aspettative.
La riforma della giustizia del 2012 doveva ridurre i tempi dei procedimenti, ma ha prodotto conseguenze inaspettate sul sistema bancario, con un aumento dei crediti deteriorati. L’efficienza del sistema giudiziario è cruciale per la stabilità economica.
La rivalità tra cuochi italiani e francesi è leggendaria. Se ci affidiamo ai numeri della Guida Michelin, la Francia è in vantaggio, con più ristoranti stellati. Ma l’Italia risponde con un’esperienza più accessibile, che suscita anche più entusiasmo.
Il problema della spesa per la difesa in Europa è oggi la frammentazione nei diversi stati. Un semplice aumento delle percentuali non servirebbe a molto. Si dovrebbe invece investire su progetti comuni. Farlo nella Ue a 27 è però praticamente impossibile.
Negli ultimi anni il numero dei disoccupati che cercano lavoro attraverso Internet è raddoppiato. Il ricorso alla rete sembra aver contagiato tutti: donne e uomini, italiani e stranieri, al Nord come al Sud, pur con qualche differenza per fascia di età, titolo di studio e settori di impiego. E tuttavia non è ancora dimostrato che il canale on line permetta davvero di trovare lavoro più facilmente. In Italia il sistema contributivo per il calcolo della pensione soffre fin dall’inizio di difetti strutturali, che riguardano in particolare i coefficienti di trasformazione. Ora se è aggiunta un’altra magagna dovuta all’effetto della pandemia sulla tavola di sopravvivenza rilevata dall’Istat nel 2021: il risultato è un indebito “premio” a chi è andato in pensione nel biennio 2023-2024. In quasi tutti i paesi europei il prezzo dell’elettricità è unico su tutto il territorio. Lo era anche in Svezia, prima che un ricorso della Danimarca all’Ue per abuso di mercato imponesse una suddivisione in zone. Il risultato? Come dimostra uno studio, il prezzo è aumentato nel più ricco ed energivoro Sud del paese, favorendo l’export e liberando risorse per abbassare il costo dell’energia per i consumatori più fragili.
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Domani, sabato 15 febbraio arriva in edicola e sul web il nuovo numero di eco dedicato alle guerre commerciali, riacuitesi con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca: i danni saranno ingenti e ricadranno su tutti, perché in questi conflitti ci sono solo perdenti. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”: nell’uscita di febbraio analizza le trasformazioni delle catene globali del valore nel periodo 1995-2020, durante il quale hanno dimostrato una capacità di resistenza superiore alle aspettative.
Il numero di disoccupati che in Italia utilizzano Internet per cercare lavoro è raddoppiato negli ultimi anni. L’abitudine si è diffusa in modo omogeneo tra diversi gruppi della popolazione. Ma i vantaggi non sono così forti come si potrebbe pensare.
La Svezia è stata costretta a suddividere il suo mercato elettrico in più zone. Così i prezzi al Sud, prima tenuti artificialmente bassi, sono cresciuti. Le risorse in più potrebbero essere usate per calmierare i costi per i consumatori più in difficoltà.
Occorrono misure correttive per evitare che fattori climatici o epidemie modifichino il regolare andamento dei coefficienti di trasformazione, fino a pregiudicare la sostenibilità e l’equità attuariale del sistema contributivo. La Svezia è un esempio.
Nel risiko che interessa le banche italiane, è il turno di Bper Banca, che ha lanciato un’offerta di scambio di azioni con la Banca popolare di Sondrio. Anche in questo caso, come negli altri, tra i protagonisti c’è un gruppo assicurativo. A questo punto, bisognerebbe chiedersi se le operazioni in corso danno risposte alle esigenze delle piccole e medie imprese e delle famiglie e se rafforzano il nostro sistema bancario in vista di future possibili aggregazioni europee. Le disuguaglianze di reddito all’interno dell’Unione europea diminuiscono, grazie a una sempre più forte integrazione delle economie. Come mostra una ricerca, rimangono però notevoli differenze in fatto di welfare, soprattutto nei paesi dell’Est Europa. Servirebbe una maggiore uniformità dei sistemi fiscali e una armonizzazione dei trasferimenti monetari. In Italia il numero dei medici di base rispetto alla popolazione non è poi tanto più basso di quello di altri paesi europei. Il problema nasce più che altro da un’organizzazione basata sull’attività del singolo. La soluzione, dal punto di vista tecnico, potrebbe essere relativamente semplice e poco costosa: creare associazioni “in rete” di medici, con la condivisione del fascicolo sanitario elettronico degli assistiti.
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