Anche in Italia e-Cohesion ha favorito l’avvio di sistemi per lo scambio elettronico delle informazioni tra beneficiari e soggetti gestori dei fondi europei, migliorando la capacità di spesa. Ora la sfida è digitalizzare tutte le fasi della gestione.
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Torna alla ribalta la questione dell’autonomia della Catalogna. Il partito indipendentista della regione, con il suo voto, potrebbe permettere a Pedro Sanchez di formare un nuovo governo. Ma troppe concessioni non sarebbero accettate dal resto del paese.
La proposta di revisione del Patto di Stabilità intende semplificare le regole ed evitare strumenti spesso fallaci. Ma il nuovo indicatore individuato per tener conto di effetti ciclici e manovre discrezionali rischia di riproporre gli stessi problemi.
Dal 2017 gli investimenti greenfield in Europa delle aziende cinesi sono diretti verso impianti di produzione di batterie per veicoli elettrici, rafforzando il ruolo di fornitori chiave per i costruttori europei. Le implicazioni sotto il profilo ambientale.
La “traiettoria tecnica” di aggiustamento indicata a ciascun paese dalla Commissione europea si basa sull’analisi di sostenibilità del debito. È la novità principale della proposta di riforma del Patto di Stabilità, ma ne determina anche la fragilità e la rischiosità.
La Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento sugli imballaggi che prevede un complesso pacchetto di misure. Forse sarebbe stato meglio fissare un target di riduzione e lasciare i paesi liberi di scegliere come raggiungerlo.
Nelle proposte della Commissione restano alcuni elementi critici. Ma è apprezzabile il processo di aggiustamento delle finanze pubbliche condiviso con il paese interessato e basato su un percorso di vari anni. Un’opportunità da sfruttare per l’Italia.
La Commissione europea ha ufficialmente presentato le proposte di revisione del Patto di stabilità e crescita. Si tratta di un passo avanti rispetto al quadro attuale. A ostacolarne l’adozione potrebbe essere la complessa situazione politica in Germania.
Il Pnrr stanzia ingenti somme per aumentare l’offerta di posti disponibili negli asili nido e offrire così un servizio che permetta un miglior equilibrio tra lavoro e famiglia. Ma riusciremo a raggiungere il livello di copertura fissato dall’Ue?