La pandemia ha modificato piani e prospettive degli italiani espatriati negli ultimi anni. Arrivano a 600 mila quelli che rientrerebbero in patria se ci fossero le condizioni giuste. Molti sono millennials laureati, emigrati per lavoro e non per scelta.
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La decisione di prorogare i poteri di intervento statali in settori strategici appare difficilmente giustificabile. L’area di azione e di monitoraggio andrebbe invece delimitata per emancipare i settori regolamentati da un costoso “occhio” pubblico.
Aumentano le indennità per i sindaci dei comuni delle regioni a statuto ordinario. L’incremento vuole creare le condizioni per migliorare la qualità delle amministrazioni. Ma resta la forte frammentazione dei comuni italiani e per i cittadini poco cambia.
L’adozione di innovazioni tecnologiche da parte delle imprese riduce l’insicurezza sul lavoro percepita dai lavoratori, perché è colta come un segnale di salute dell’azienda. Nell’effetto rassicurante, la formazione professionale ha un ruolo cruciale.
La cassa privata dei giornalisti ha garantito per anni pensioni più alte a parità di carriera e retribuzione rispetto agli altri lavoratori. Una nota Inps conferma l’esistenza e la non sostenibilità di questi trattamenti privilegiati.
Il divario di genere tra le lauree in economia è superiore a quello nelle materie Stem. Soprattutto tra chi arriva da scuole superiori con poca matematica. Ma neanche la riforma Gelmini, che ne ha potenziato l’insegnamento, ha cambiato le cose, anzi.
La scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro è uno degli elementi alla base della bassa crescita del Mezzogiorno. La Calabria rappresenta una delle regioni più problematiche. Mancanza di servizi alle famiglie e minore livello d’istruzione sono tra gli ostacoli a uno sviluppo duraturo e diffuso.
Secondo le stime, alle blockchain va attribuito lo 0,59 per cento del consumo totale annuo di elettricità nel mondo. Giudicare se si tratta di uno spreco o di energia ben spesa dipende anche dall’opinione che si ha sull’utilità di queste tecnologie.
Per ridare centralità al trasporto ferroviario regionale, va abbandonata l’idea dell’estrema capillarità. Bisogna invece migliorare l’organizzazione del servizio. Treni più veloci e più pieni significano costi di produzione più bassi e ricavi più alti.
Un clima ostile ha ostacolato a lungo una nuova organizzazione del lavoro. Tutto è cambiato con la pandemia. Lo smart working ha un grande potenziale di mutamento economico e socio-culturale. Resta da vedere come sarà attuato in Italia.