Il Coni ha fissato tre obiettivi per le Olimpiadi di Parigi. Sembra decisamente raggiungibile il primo: rientrare nella Top 10 del medagliere. Probabile anche vincere più medaglie rispetto a Tokyo. Difficilmente invece saremo la prima nazione europea.
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In una guerra sempre più di logoramento, l’economia ucraina mantiene per il momento una fragile stabilità grazie agli aiuti internazionali. Ma sconfiggere economicamente la Federazione Russa è difficile, dato il suo enorme patrimonio di risorse naturali.
L’Italia fa passi indietro nella parità di genere. Secondo i dati del Global Gender Gap Report 2024 complessivamente la forbice tra donne e uomini è da noi del 30 per cento. E se procediamo così serviranno trenta generazioni per colmare le differenze.
Le misure protezionistiche verso la Cina producono una riconfigurazione degli scambi, che coinvolge il Vietnam. Il rischio è che non si riduca la dipendenza dell’Occidente da Pechino, né si fermi il rapido avanzamento tecnologico dell’economia cinese.
Finito il Superbonus, il mercato delle riqualificazioni energetiche degli immobili si è fermato. La direttiva europea “case green” richiede invece investimenti ingenti, per i quali il sostegno pubblico è necessario. Ecco come dovrebbe essere disegnato.
Non è facile capire se la legge sull’autonomia differenziata sia utile o dannosa. Un esempio di come possa funzionare si può ricavare dalla gestione e dal monitoraggio dei Livelli essenziali delle prestazioni nella tutela del lavoro nelle singole regioni.
Un patto alla francese avrebbe funzionato alle ultime elezioni politiche in Italia? La nostra legge elettorale è molto diversa, quindi le condizioni dell’accordo sono più difficili da realizzare. Ma qualcosa avrebbe potuto cambiare, soprattutto al Senato.
Il problema numero uno in Italia è la crescita bassa. Per capirne le cause, bisogna guardare all’andamento della produttività aggregata. Il ritardo rispetto al dato francese è evidente. L’ipotesi che a determinarlo sia la dimensione delle aziende.
Mentre la sconfitta dei conservatori va oltre le previsioni, Kier Starmer diventa il nuovo primo ministro della Gran Bretagna, con una solida maggioranza alla camera dei Comuni. Le relazioni future con l’Unione europea rimangono però un’incognita.