Disciplina fiscale, ruolo delle aspettative e contenimento della spirale prezzi-salari: sono i tre fattori che hanno permesso all’amministrazione Milei di ottenere un drastico calo dell’inflazione. La fiducia cresce, ma le difficoltà sociali restano.
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Con la presidenza Milei, l’Argentina ha intrapreso un faticoso percorso di stabilizzazione economica. Il rallentamento dell’inflazione e la sostanziale tenuta dell’attività economica sono segnali incoraggianti, ma rimangono le fragilità strutturali.
Il neopresidente ha ereditato un’economia in stagnazione, poco aperta al commercio internazionale, indebitata e senza accesso al credito. Il suo primo obiettivo è evitare l’iperinflazione, attraverso misure drastiche. Poi serviranno riforme strutturali.
Milei punta a ridurre al minimo il ruolo dello stato nell’economia e nella società. Le sue proposte rischiano di peggiorare la già difficile situazione della popolazione più povera. La priorità alla lotta all’inflazione e l’ipotesi della dollarizzazione.
Ai cronici problemi economici dell’Argentina si è aggiunta la siccità. Svalutazione del peso, monetizzazione del deficit fiscale, debito elevato, impotenza della banca centrale e irresponsabilità politica portano il paese a un passo dall’iperinflazione.
Il candidato favorito alle presidenziali argentine basa la sua ricetta economica sulla forte riduzione di imposte e spesa pubblica e su un programma di dollarizzazione. Ma è proprio la storia dell’Argentina a mostrare tutti i limiti di una simile scelta.
Per l’ennesima volta, l’Argentina si trova in una crisi economica gravissima. L’alta inflazione impoverisce la popolazione e rende sempre più oneroso il debito pubblico espresso in dollari. Con una serie di interventi il paese prova a evitare il tracollo.
Alla Commissione Affari costituzionali della Camera è in discussione la riforma della legge sulla cittadinanza. Subito ribattezzata “Ius scholae”, permetterebbe a ragazze e ragazzi legalmente residenti nel nostro paese di diventare cittadini italiani dopo aver frequentato un percorso scolastico di almeno cinque anni. L’approvazione della riforma favorirebbe un processo di piena integrazione e sancirebbe il ruolo fondamentale svolto dalla scuola. Il governo è in procinto di varare il documento di programmazione che accompagna il Pnrr per l’assistenza sanitaria territoriale. Il piano ha un valore strategico perché mette a disposizione risorse per investimenti strutturali e tecnologici. Ma non si preoccupa delle conseguenze sulla spesa corrente. Per la quarta volta Viktor Orban trionfa alle elezioni politiche in Ungheria. La vittoria arriva anche grazie a un ridisegno dei collegi elettorali ritagliato a vantaggio del suo partito e in contrasto con la stessa legge elettorale nazionale. Ma il primo ministro ungherese non è certo il solo a utilizzare questa pratica per rafforzare o indebolire determinati gruppi elettorali, tant’è che negli Usa le hanno dato un nome, “gerrymandering”. L’Argentina ha raggiunto un accordo con l’Fmi per la ristrutturazione del suo debito. In cambio, Buenos Aires ha preso impegni di riduzione della spesa in pensioni e in sussidi che difficilmente riuscirà a mantenere, a causa dei problemi cronici del paese e del contesto internazionale. Durante la pandemia, anche in Italia le piccole e medie imprese sono state aiutate con varie misure, in particolare cercando di mantenere aperto l’accesso al credito. I piani per la ripresa, invece, selezionano e riducono le risorse destinate alle Pmi, che tuttavia devono ora affrontare due sfide cruciali: la transizione ecologica e sostenibilità.
Terzo appuntamento con lavoce in 30 minuti: oggi, martedì 12 aprile, alle ore 18 parliamo con Alessia Amighini delle ambiguità della Cina sulla guerra in Ucraina. lavoce in 30 minuti è un’iniziativa che si articola in una serie di incontri in diretta con redattori e collaboratori per discutere dei principali temi di attualità economica. I video degli incontri con Gianmarco Ottaviano su globalizzazione e sanzioni contro la Russia e con Michele Polo sulla dipendenza europea dal gas russo sono disponibili qui e qui.
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L’accordo con il Fmi per la ristrutturazione del debito è una buona notizia per l’Argentina, che però difficilmente riuscirà a mantenere gli impegni presi. Pesano la cronicità dei problemi, le resistenze politiche e anche il contesto internazionale.
Ci ha lasciati Robert Mundell, il cui modello ha formato intere generazioni di economisti. Sostenitore della moneta unica, ha unito l’analisi rigorosa di finanza internazionale e tassi di cambio con quella del mercato dei beni. Un ricordo della sua eredità.