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Federalismo fiscale negletto nella delega fiscale

Nella delega fiscale non c’è un quadro organico di finanza erariale e decentrata. Al di là del richiamo a criteri generali, si continua a rinviare una riorganizzazione complessiva del sistema. Anche il superamento dell’Irap incontra molti problemi.

Falsa partenza per l’autonomia differenziata

Il Ministro Calderoli ha presentato alle regioni la bozza di Ddl sull’attuazione dell’autonomia differenziata. È un primo passo necessario. Ma appare caratterizzato più da contenuti controversi che da una reale volontà di riformare il federalismo italiano.

Sindaci ucraini, una delusione per Putin

Dall’inizio della guerra, l’esercito russo ha rapito sedici sindaci ucraini, tutti sostituiti con commissari al servizio degli invasori. Le riforme in senso federalista dello stato ucraino erano state appoggiate da Mosca, che sperava di avvantaggiarsene.

Diamo i numeri dell’autonomia italiana

I numeri dell’autonomia italiana, misurati dal Regional Authority Index, rivelano la distanza da paesi tradizionalmente federali o con regioni a vocazione autonomista. Le nostre regioni hanno però più potere rispetto a enti simili di stati centralizzati.

Ma le tasse delle province sono costituzionali?

A sette anni dalla riforma Delrio, la legge n. 56/2014, le nuove province sono rimaste nel “limbo”. La permanenza di questo ente intermedio nell’articolo 114 della Costituzione ne ha infatti vanificato lo spirito. Con riflessi sulla capacità impositiva.

Il Punto

Dai vaccini ai rapporti con la Russia, è stato un Consiglio europeo ricco di temi. Ma per l’Ue l’esame Covid non può ancora dirsi superato: dal debito pubblico all’inflazione, non mancano i pericoli. Tra le questioni affrontate a Bruxelles anche quella spinosa dell’immigrazione. Con l’Europa che, sotto la spinta di Angela Merkel, si appresta a rinnovare il discusso accordo con la Turchia.
Intanto la Commissione sta promuovendo a pieni voti i piani nazionali di ripresa presentati dai diversi stati membri. In tutti un ruolo cruciale è affidato all’istruzione e alla transizione digitale ed ecologica. E, nel valutare gli interventi previsti per contrastare il cambiamento climatico, un indicatore prezioso è il cosiddetto social cost of carbon, ovvero il costo marginale dell’impatto causato dall’emissione di gas serra.
La risposta alla crisi sanitaria ha dimostrato che, di fronte alle emergenze, gli strumenti per accentrare le decisioni non mancano. Anche se continuano a pesare le notevoli asimmetrie tra regioni. Dopo gli effetti sulle famiglie, analizziamo le ricadute della chiusura delle scuole sulla perdita di apprendimenti. A farne le spese soprattutto i figli di genitori non laureati, come dimostra il primo studio in materia condotto in Italia.

Da giovedì 1° luglio sarà limitato solo ad alcuni settori il blocco dei licenziamenti introdotto lo scorso anno per attenuare gli effetti della crisi da Covid. Una misura efficace? Ce lo eravamo chiesti in una puntata del nostro podcast “lavoce in capitolo”.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.

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Il federalismo alla luce della crisi sanitaria

Il decentramento non è il principale responsabile dei problemi sorti durante la crisi sanitaria: ci sono gli strumenti per accentrare il potere durante un’emergenza. Buona anche la risposta europea, ma in prospettiva poteri e risorse Ue vanno rafforzati.

Con la pandemia è scoppiata la questione istituzionale*

L’esperienza vissuta dall’Italia durante la pandemia impone una riflessione critica sull’evoluzione del nostro sistema istituzionale. Dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, è caratterizzato da una dispendiosa molteplicità di livelli di governo.

Stato e regioni, cooperare aiuta il paese

Finora le regioni hanno stanziato 4 miliardi per interventi a sostegno delle famiglie e del sistema produttivo nell’emergenza Covid-19. Una prima mappatura delle misure mostra quanto può essere vantaggiosa la collaborazione tra stato e sistema regionale.

Il Punto

Negli ultimi 12 mesi per ogni due nuovi nati ci sono stati tre cittadini deceduti, mentre 10 anni fa il rapporto era uno a uno. È ora di combattere sul serio il calo della natalità con un “family act” (promesso dalla ministra Elena Bonetti) che riordini gli aiuti alle famiglie e supporti la conciliazione vita-lavoro delle famiglie.
Dopo le elezioni dello scorso dicembre non è poi cambiato molto nel Regno Unito. “Brexit è Brexit”, ma non si sa bene con quali contenuti su Irlanda, accesso al mercato Ue e immigrazione. E anche la vittoria di Boris Johnson è stata più il risultato del sistema elettorale inglese che un trionfo di voti per i conservatori.
Mentre la Tv tradizionale continua a perdere colpi (e pubblicità) si affermano in maniera crescente i servizi di video streaming, a partire da Netflix e poi – in Italia annunciati nel 2020 – i concorrenti (Disney, Warner). Ormai davanti allo schermo della nuova Tv non ci sono più solo i millennials ma gente di tutte le fasce di età.
È apprezzata da giovani e meno giovani l’informazione sulla futura pensione (la “busta arancione”) ma dall’Inps mancano segni di interesse e impegno nell’educazione finanziaria e nello smascherare le bufale sulla previdenza. Alimentate da ignoranza e, talvolta, malafede.
È molto diffusa tra i paesi Ocse la tendenza a decentrare a governi regionali competenze e poteri fiscali, politici e amministrativi. Vediamo un interessante confronto tra Italia, Spagna, Regno Unito e Canada.

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