Un nuovo indice multidimensionale permette di sintetizzare la dipendenza e la vulnerabilità dei paesi europei dal petrolio. Evidenzia le tante conseguenze socioeconomiche negative che ne derivano, oltre a monitorare i ritardi nella transizione energetica.
Le statistiche sull’occupazione in ambito culturale segnalano una netta ripresa negli ultimi anni. Il settore è però complesso e gli aumenti sono concentrati solo in alcune professioni, mentre per altre le difficoltà si accentuano.
Un fisco di impresa poco amico della crescita economica: è quello che emerge dalla legge delega. Sembra infatti favorire le attività imprenditoriali più piccole, ma anche meno dinamiche e meno capaci di affrontare le sfide di un mercato in rapida evoluzione.
A determinate condizioni il governo potrebbe far scattare l’accisa mobile sul prezzo dei carburanti. Un piccolo sconto per tutti non è la scelta migliore. Le risorse andrebbero indirizzate alle famiglie in difficoltà e a favore del risparmio energetico.
Nella riunione del 14 settembre, il consiglio direttivo della Bce ha alzato i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale. Allo stesso tempo ha lasciato intendere che nei prossimi mesi potrebbero non esserci ulteriori rialzi. Ma è una promessa difficile da mantenere, a meno di non mettere in discussione il target di inflazione del 2 per cento. Dai vertici internazionali di Nuova Delhi e Johannesburg emerge una nuova geografia dell’economia mondiale. I Brics si allargano ad altri paesi e ambiscono a diventare un’alternativa al sistema occidentale. Al loro interno però si affaccia il dualismo India-Cina. Intanto, il rallentamento dell’economia cinese avrà conseguenze sulla crescita mondiale, con una ricomposizione della domanda e della produzione globali. La politica italiana è già in fermento in vista delle elezioni europee di giugno 2024, comprese proposte di revisione della legge elettorale che puntano a favorire alcuni partiti e danneggiarne altri. Per evitare manovre simili, sarebbe utile definire regole elettorali comuni a tutti i paesi Ue. Utilizzare i fondi per la coesione nazionali ed europei per finanziare il capitolo RePower e le misure escluse dal Pnrr, come indica la proposta di revisione del Piano, potrebbe essere meno semplice del previsto e potrebbe causare ritardi nella realizzazione dei progetti. Dopo la pubblicazione del Rapporto Anvur sulle università telematiche si è acceso un dibattito presto sfociato in polemica. Mancano le informazioni e i dati che consentirebbero la valutazione del loro ruolo e della loro qualità, offrendo agli studenti gli strumenti per una scelta più consapevole.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
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L’inflazione è oggi molto più resistente e meno sensibile ai rialzi dei tassi. La promessa indiretta della Bce di mantenerli invariati d’ora in avanti sembra difficile da mantenere. A meno di non mettere in discussione il target del 2 per cento.
Dopo il vertice dei Brics di Johannesburg e quello dei G20 a Nuova Delhi molto sembra cambiato per l’economia mondiale. I Brics ambiscono a costituire un blocco alternativo a quello occidentale. Ma si apre una competizione strategica tra Cina e India.
La Cina è un pilastro dell’economia mondiale. Un suo rallentamento prolungato danneggerà sicuramente gli altri paesi. Ma comporterà anche una ricomposizione qualitativa e geografica di domanda e produzione globali. Cosa succederà nelle nazioni povere.
La proposta di revisione del Pnrr prevede di usare i fondi per la coesione per finanziare i progetti esclusi dal Piano e il capitolo relativo a RePower. Ciò potrebbe incidere sulla ripartizione delle risorse e sull’avvio della Programmazione 2021-2027.