Se tutte le leggi italiane fossero scritte con la stessa chiarezza della Costituzione, il Pil sarebbe più alto di quasi il 5 per cento. È infatti possibile stimare il costo di un quadro normativo poco chiaro, che riduce il potenziale produttivo del paese.

La Corte costituzionale ha ribadito il ruolo fondamentale delle cooperative anche nell’attuale sistema socio-economico. Per svolgerlo devono però aprirsi a riferimenti culturali nuovi, capaci di attrarre verso questa forma di impresa i più giovani.

Negli ultimi anni è salito il numero di lavoratori qualificati che rientrano in Italia utilizzando gli incentivi fiscali loro riservati. Sono soprattutto giovani italiani, molto istruiti e con retribuzioni alte. L’impatto strutturale resta però da valutare.

L’accordo raggiunto tra Ue e Usa riporta il negoziato sul terreno politicamente più gestibile di dazi, esenzioni mirate, quote e catene del valore industriali. Si evita così di aprire un confronto su valori e competenze regolatorie del mercato interno.

Fiat vende gli autocarri all’indiana Tata. Meglio avere un azionista nuovo che vuole crescere in Europa che uno vecchio e stanco che non investe. Purché il governo non cada nella tentazione di mettersi di traverso. O almeno che lo faccia in punta di piedi.
In uno dei tanti paradossi del populismo economico, più Donald Trump si ostina a chiedere alla Fed tassi di interesse più bassi per alleggerire il costo della vita degli americani, più ottiene l’effetto opposto, ovvero un aumento dei tassi a lungo termine, quelli che davvero contano quando si parla di credito per famiglie e imprese. Dal Rapporto Invalsi 2025 esce un quadro allarmante del sistema scolastico italiano. A vecchie problematiche se ne aggiungono di nuove, non imputabili esclusivamente al Covid. Si allarga la quota di ragazzi e ragazze che non raggiungono le competenze di base, mentre scende il numero degli studenti di fascia alta, quelli che dovrebbero essere il motore del progresso di un paese avanzato. Per le donne, la maternità comporta quasi sempre una penalizzazione lavorativa. Non è però uguale per tutte. Il costo varia – e molto – in base all’età, al numero di figli, al territorio e al settore in cui di lavoro. I dati del Rapporto Inps suggeriscono che la permanenza delle donne nel mercato del lavoro dopo la nascita di un figlio non dipende solo da un migliore equilibrio tra vita privata e professionale, ma anche da condizioni lavorative stabili e stimolanti. Le inchieste della magistratura sullo sviluppo urbanistico milanese hanno riacceso i riflettori sulla scarsa offerta di abitazioni a prezzi accessibili per le fasce meno abbienti della popolazione. La causa non va ricercata in una “demonizzazione del profitto”, perché anche l’impresa che si aggiudica la gara per la costruzione delle case popolari trae comunque un utile dalla loro realizzazione. “Non sarà il turismo a salvare l’Italia”: lo afferma Riccardo Terzi nella seconda puntata de “Lavoce in mezz’ora”, dedicata appunto al ruolo di questo settore nell’economia italiana. Ci avviciniamo a un week-end da “bollino nero” su strade e autostrade. Ma in generale qual è la situazione dei trasporti in Italia? Quali sono le zone più servite e quelle meno? Una risposta a molte di queste domande si trova nella nostra rubrica “La parola ai grafici”.
Dopo “Le voci de lavoce”, ha preso il via un’altra delle novità introdotte per rendere sempre più fruibili i nostri contenuti: “Lavoce in mezz’ora”. Si tratta di un nuovo format di divulgazione de lavoce.info: Due volte al mese, in mezz’ora, discutiamo con esperti del settore di temi di attualità e di particolare rilevanza per il dibattito pubblico. Lo facciamo in modo più diretto e discorsivo, ma con il rigore d’analisi di sempre. Nel periodo delle vacanze, la seconda puntata de “Lavoce in mezz’ora” si occupa di turismo. A rispondere alle domande è Riccardo Trezzi.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”. In questa occasione, facciamo il punto della situazione nel settore dei trasporti: a quanto ammonta la spesa pubblica in questo ambito, l’estensione della rete ferroviaria e la qualità del servizio, il costo dei pedaggi autostradali, il tempo impegnato negli spostamenti e altro ancora.
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È in edicola e sul web il nuovo numero di eco: nella stagione delle vacanze e dei viaggi è dedicato alle problematiche dei trasporti. A partire dalla congestione, un fenomeno pervasivo che aumenta l’inquinamento e rallenta l’attività produttiva. Per affrontarlo le istituzioni pubbliche pensano alle grandi infrastrutture, mentre sarebbe di gran lunga più utile investire in manutenzione e trasporto pubblico locale. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”. Nell’uscita di questo mese si occupa del numero – in sensibile crescita – delle interruzioni sulle linee ferroviarie con conseguenze sul traffico merci.

Trump invoca il taglio dei tassi di interesse Usa. Ma tra inflazione, pressioni sui rendimenti a lunga scadenza e disavanzo pubblico crescente, una politica monetaria espansiva rischia di ottenere l’effetto opposto. In gioco anche la credibilità della Fed.

Il tema dei trasporti in Italia è sempre molto caldo. Infatti, la rete di trasporti italiana, tra ferrovie, strade, autostrade e porti, spesso è sotto i riflettori a causa di scioperi, scarsa manutenzione, costi elevati e disuguaglianze territoriali. In questa serie di grafici abbiamo cercato di mettere in luce le principali criticità e peculiarità del sistema infrastrutturale nazionale, evidenziando sfide e opportunità per migliorare la mobilità nel nostro paese.