A partire dal 2021, i prezzi delle commodity energetiche sono progressivamente aumentati. Ne sono colpiti indistintamente tutti i principali paesi europei. Ma in Italia la crisi energetica rischia di produrre danni più gravi rispetto a Francia e Germania.
Il ritardo economico del Sud è un freno alla crescita generale e un’importante fonte di disuguaglianza del nostro paese. Il Pnrr offre però l’occasione per un deciso miglioramento delle prospettive di sviluppo. Lo spiega un rapporto della Banca d’Italia.
Quella che impropriamente viene chiamata “pace fiscale” non porterà nelle casse dello stato i 1.100 miliardi di cui si favoleggia, ma una somma ben più contenuta. In larga parte si tratta infatti di crediti ormai inesigibili e che andrebbero solo cancellati. Peccato che la legge delega di riforma fiscale non affronti il problema. Un doppio divario caratterizza l’Europa: quello che divide i lavoratori in insider e outsider e quello che divide i paesi del Nord e del Sud. La pandemia ha aggravato entrambi, e a farne le spese sono stati i lavoratori più fragili degli stati periferici. Alla globalizzazione si attribuiscono molte responsabilità, comprese problematiche dovute a scelte dei singoli paesi. Tuttavia, sfide come la sostenibilità ambientale e sociale si affrontano meglio a livello globale, a patto che siano stabilite regole chiare ed efficaci. Parlamento europeo, Consiglio e Commissione Ue hanno trovato un’intesa sulla direttiva “Women on boards”, che mira a introdurre quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate. Lavoce ha già discusso dei vantaggi e delle problematiche dell’approccio delle quote in un articolo che riproponiamo. La Bce prepara uno scudo anti-spread: un controllo esplicito del livello dei differenziali permetterebbe di evitare pericolosi salti nel buio e consentirebbe alla politica monetaria di proseguire nel percorso di graduale incremento dei tassi, in funzione anti-inflazionistica. Dal 2035 in Europa si venderanno solo auto elettriche. L’obiettivo è ambizioso, ma potrebbe avere effetti negativi su un settore importante per l’economia europea. E per il momento le difficoltà infrastrutturali spingono i consumatori ad acquistare veicoli tradizionali.
Si è parlato molto di salario minimo dopo l’accordo sulla proposta di direttiva europea. Su lavoce di questa misura discutiamo da quasi vent’anni: abbiamo raccolto tutti i contributi sul tema e aggiunto un editoriale inedito in un ebook. Per riceverlo via mail, basta compilare questo modulo.
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In molti paesi cresce l’insofferenza verso la globalizzazione, ritenuta responsabile di varie problematiche, spesso dovute a norme nazionali. Eppure, molte sfide si affrontano meglio a livello globale, purché lo si faccia con regole chiare ed efficaci.
Un’eventuale “pace fiscale” porterebbe alle casse dello stato una somma ben inferiore all’ammontare teorico. Cancellare i crediti non più esigibili sarebbe l’unica soluzione, ma neanche la legge delega di riforma fiscale affronta la questione.
La prima ondata della pandemia ha avuto conseguenze più gravi sul reddito dei paesi del Sud Europa e per i lavoratori più fragili. Si rafforza così il doppio divario che caratterizza l’Europa di oggi e che la allontana dal suo modello sociale.
Dal 2035 nell’Unione europea potrebbero essere vendute solo auto elettriche. Forse è una svolta troppo repentina. Perché avrà gravi conseguenze sul settore. Mentre le infrastrutture sono per ora carenti e i consumatori continuano a preferire i modelli tradizionali.
La Banca centrale europea ha dichiarato che è allo studio un nuovo strumento per evitare la “frammentazione” del mercato del credito nell’Eurozona. Un esplicito controllo del livello degli spread potrebbe avere vantaggi rispetto al Quantitative easing.
Le quote di genere, dove applicate, sono state efficaci nell’aumentare la partecipazione delle donne nei board delle società quotate, ma spesso l’impatto positivo si ferma ai board, senza generare effetti “a cascata”.