Le banche americane sono riuscite a convincere la Fed a ridurre drasticamente i requisiti patrimoniali previsti dalla revisione degli accordi di Basilea. Gli istituti europei, invece, sembrano più accondiscendenti verso i regolatori europei.
Come stabilito dalle nuove regole europee, il Piano strutturale di bilancio ha una durata pluriennale, ma la dimensione effettiva della manovra di finanza pubblica continuerà a essere determinata anno per anno, con l’unico vincolo di rispettare il tetto massimo di spesa primaria netta. Nel testo, sono poi ben pochi i dettagli sulle riforme che dovrebbero giustificare il percorso di aggiustamento in sette anni e non nei normali quattro. Un “tesoretto” di entrate impreviste, che non viene destinato a ridurre il deficit, permette di realizzare un finanziamento in deficit della manovra triennale prevista dal Piano strutturale di bilancio, senza neanche passare dal Parlamento, come invece richiederebbero norme e prassi. Nelle imprese familiari tipiche della manifattura italiana, il desiderio di controllare gli altri, che a volte si riscontra negli imprenditori, si traduce in un accentramento delle decisioni. È un modello di gestione aziendale che non fa bene all’azienda perché riduce la sua capacità di innovare e competere, ma ha conseguenze anche sull’economia nel suo complesso.
Gli articoli pubblicati finora su lavoce,info che analizzano e commentano il Piano strutturale di bilancio sono raccolti in un Focus che proponiamo ai nostri lettori
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
È in edicola e sul web il nuovo numero di eco sulle problematiche del sistema scolastico italiano: investire nella scuola è necessario, perché è un investimento sul futuro. eco, il nuovo mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”: in questo numero analizza l’estendersi dei territori europei colpiti dalla siccità e i danni economici che ne derivano.
Sono due gli e-book pubblicati da lavoce.info prima dell’estate, dedicati a due argomenti che non hanno certo perso di attualità. Con “La storia infinita dell’autonomia differenziata” ripercorriamo, attraverso gli articoli pubblicati su lavoce.info, gli ultimi sette anni della vicenda dell’autonomia differenziata, dal referendum lombardo-veneto fino ai nostri giorni. L’obiettivo è fare chiarezza su un tema che si presta facilmente alla propaganda politica. “L’inflazione del nostro scontento” riunisce invece gli articoli sul tema pubblicati di recente su lavoce.info. Nell’e-book ci soffermiamo sui vari momenti e sui diversi aspetti della crescita dei prezzi, dalle cause scatenanti alle conseguenze, dalle risposte dei governi ai nuovi approcci delle banche centrali, tracciando un quadro complessivo su un episodio inflazionistico per molti versi eccezionale.
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Gli articoli pubblicati finora su lavoce.info che analizzano e commentano il Piano strutturale di bilancio sono raccolti in un Focus che proponiamo ai nostri lettori.
Se preferisci scaricare il Focus in pdf, lo trovi a questo link.
Nelle imprese familiari succede spesso che tutto il controllo gestionale sia esercitato dal solo titolare. Simili comportamenti vanno a discapito di strategie innovative ed efficienti e della concorrenza. Con conseguenze su tutta l’economia.
Il Piano strutturale di bilancio ha una durata pluriennale. Ma l’unico vincolo sono i tetti massimi di spesa primaria netta, senza alcun impegno sulle politiche future di spesa e di entrata, sulla loro articolazione per settori e per livelli di governo.
Il Piano di bilancio di medio termine beneficia di entrate tributarie impreviste, che migliorano le previsioni di finanza pubblica. Gran parte di queste risorse saranno usate per finanziare in deficit la manovra.
Lo stato dei conti pubblici italiani richiede decisioni difficili: va ridotto il debito e va affrontato il tema di un sistema tributario farraginoso e iniquo. Su come farlo, servirebbe un dibattito serio, capace di coinvolgere l’opinione pubblica. Il Piano strutturale di bilancio, appena presentato dal governo, potrebbe essere l’occasione. Ma forse anche per le difficoltà di lettura del documento, per il momento di una simile discussione non si vede traccia. Tra varie contraddizioni, sembra farsi strada un cambiamento nella percezione dei ruoli di genere tra le generazioni più giovani. Una indagine condotta su studenti universitari mostra, infatti, che nella sfera familiare la parità tra uomini e donne è ampiamente riconosciuta, così come l’idea che le ragazze debbano perseguire la propria carriera. Poi, però, resta vivo il pregiudizio che sul lavoro gli uomini siano più ambiziosi delle donne. Secondo le stime, nel 2070 il 33,6 per cento degli italiani avrà più di 65 anni, ma già oggi le aziende lamentano gravi carenze di manodopera. Ad alleviare in parte la crisi demografica contribuisce la popolazione immigrata. Ma le norme che regolano gli ingressi per lavoro nel nostro paese non rispondono più alle esigenze del sistema produttivo. La risalita dell’inflazione a causa della pandemia e della guerra in Ucraina ha colpito le imprese, insieme alle famiglie. Lo indica un’indagine che ha coinvolto aziende di tre settori importanti del made in Italy: agricoltura, chimica e legno-arredo. Ne emerge un quadro delle difficoltà incontrate e delle risposte trovate.
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La popolazione immigrata rappresenta una componente vitale per il nostro paese, con un’età media molto più bassa e un tasso di natalità molto più alto rispetto agli italiani. A regolare gli ingressi per lavoro è però un meccanismo ormai superato.
La crescita dell’inflazione ha avuto effetti rilevanti sulle famiglie, ma anche sulle imprese. Un’indagine sul campo, condotta in aziende di tre settori portanti del made in Italy, mostra quali sono stati i problemi affrontati e le strategie per rispondere.