MARTEDì 1 LUGLIO 2025

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Il Punto

Nel momento della morte di Marco Onado tutta la redazione de lavoce.info si stringe intorno ai familiari dell’amico e redattore del sito.

Restano le debolezze della difesa europea*

Per lungo tempo l’Europa ha usufruito di una difesa collettiva spendendo poco. L’accordo al vertice Nato sul 5 per cento del Pil per la sicurezza è una vittoria politica di Trump. Ma non garantisce lo sviluppo delle capacità militari che sarebbero necessarie.

Ultimo tratto di strada per il Pnrr

Con una comunicazione la Commissione fa il punto sullo stato di attuazione del NGEU e dà indicazioni per l’effettiva chiusura entro il 2026. Senza alcun rinvio o estensione, perché fin dall’inizio è stato concepito come strumento eccezionale e temporaneo.

All’università con la borsa di studio, ma lo sanno in pochi*

In Italia pochi studenti delle superiori conoscono strumenti e benefici del diritto allo studio universitario, in particolare l’esistenza della borsa di studio. Informarli può favorire il proseguimento degli studi, specie di chi ne ha più bisogno.

Le conseguenze nel tempo della guerra commerciale

Le catene globali del valore plasmano ormai l’economia mondiale. Per questo, la guerra commerciale non ha effetti solo sulle scelte delle imprese. Un rallentamento della globalizzazione ha conseguenze di medio periodo ancora più preoccupanti.

Il Punto

In un’economia mondiale basata sulle catene globali del valore, l’effetto dei dazi rischia di diventare strutturale. Con gli Stati Uniti che manterranno a lungo le politiche protezionistiche, la geografia dei flussi commerciali si riconfigurerà. Esautorate le organizzazioni multilaterali, con la fiducia nell’economia Usa che scende, l’influenza della Cina è destinata ad aumentare. Preoccupati per le minacce di Donald Trump di tirarsi fuori dall’Alleanza, i paesi Nato hanno concordato di portare al 5 per cento del Pil le spese per la difesa. Per l’Italia ci saranno da trovare finanziamenti strutturali per almeno un punto e mezzo di Pil in più all’anno. La rivoluzione digitale tende a cancellare la distinzione tra lavoro subordinato e lavoro autonomo, mentre si fa strada una nuova forma, quella del “lavoro personale”. Per garantire a tutti i lavoratori tutele adeguate servono allora nuove normative e nuovi modelli contrattuali. I dati di Eurostat permettono di capire a che punto è la coesione fra territori all’interno dell’Unione europea dopo le crisi dei debiti sovrani e la pandemia. Gli stati che partivano da situazioni di svantaggio, soprattutto le regioni dell’Est Europa, hanno accelerato il passo, quelli che avevano raggiunto alti livelli di benessere lo hanno rallentato. Nel nostro paese è aumentato il numero delle aree in ritardo di sviluppo.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.

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È in edicola e sul web il nuovo numero di eco, dedicato alla “riscossa dell’Europa”. L’Unione europea ha le carte in regola per diventare un punto di riferimento mondiale, autonomo dai blocchi contrapposti guidati da Stati Uniti e Cina. Per svolgerlo deve però rafforzarsi e intensificare il processo di integrazione. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”. Nell’uscita di questo mese si analizza l’andamento del gradimento che i cittadini europei dimostrano verso l’appartenenza alla Ue: in momenti di crisi far parte dell’Europa appare come una sicurezza.

Si fa presto a dire il 5 per cento del Pil

La cifra del 5 per cento del Pil per la sicurezza decisa al vertice Nato è stata scelta per compiacere Trump. Per l’Italia significa almeno 33 miliardi in più, da trovare aumentando le tasse o tagliando le spese. Sarà il prologo di una difesa comune europea?

Fratture vecchie e nuove in Europa e in Italia

Crisi dei debiti sovrani e pandemia hanno influito sui divari di reddito e di benessere tra territori, in Italia come in Europa. Le direttrici sono però diverse rispetto al passato. Per esempio, da noi le aree deboli non sono più solo quelle meridionali. 

Con l’IA in azienda nasce una nuova figura di lavoratore*

La transizione digitale richiede un nuovo patto sociale, in cui le persone possano esercitare responsabilità, creatività e autonomia. Con l’affermarsi del “lavoro personale” servono forme contrattuali capaci di dare tutele e ridurre le disuguaglianze.

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