I dipendenti pubblici italiani sono quelli con la maggiore anzianità di servizio tra i grandi paesi europei, un fenomeno dovuto alla bassa mobilità. Le rotazioni di personale andrebbero pensate anche come uno strumento di sviluppo delle carriere.
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Alle imprese si chiede sempre più di operare in modo ambientalmente e socialmente sostenibile. La trasformazione richiede investimenti cospicui. Ma ricorrere al greenwashing e al brownwashing può costare caro, sotto il profilo reputazionale e finanziario.
Nell’ultimo decennio gli iscritti all’università sono aumentati di più del 10 per cento. La crescita è da imputare in primo luogo agli atenei telematici. Le università tradizionali del Sud, invece, perdono studenti a vantaggio di quelle del Nord.
La tassa sugli “extraprofitti” delle banche, pur avendo un intento redistributivo, è fortemente distorsiva e indebolisce la credibilità del sistema finanziario italiano. Sarebbe stato meglio agire su trasparenza e concorrenza.
Entrato in vigore a fine 2022, il Testo unico sulla disciplina dei servizi pubblici locali riordina il settore e ribadisce impegni e obblighi già codificati, ma spesso inattuati. Introduce anche alcune novità, in particolare sui servizi pubblici a rete.
La politica estera di Lula suscita molte critiche in Occidente per la vicinanza a Cina e Russia. Ma sono le convenienze economiche a spiegare il nuovo corso: il Brasile è il principale produttore di soia e il primo importatore dei fertilizzanti russi.
Le università telematiche potrebbero diventare un supporto nello sforzo di alzare la bassa percentuale di laureati in Italia. Oltre a monitorare la qualità della didattica, vanno sperimentate le nuove opportunità offerte dalla digitalizzazione.
La delega fiscale approvata dal Parlamento è piena dei contenuti più vari: da affermazioni di principio altisonanti ma contraddittorie, fino a dettagli inutili e dallo scopo puramente propagandistico. Utile però l’enunciazione di alcuni principi sulle procedure del sistema fiscale.
Il governo ha presentato la Relazione sulla revisione del Pnrr. Non dà indicazioni sulle coperture per le modifiche proposte, né le inquadra in una cornice macro-finanziaria. Difficile dunque valutare la compatibilità con gli obiettivi di deficit e debito.
Le modifiche al Pnrr proposte dal governo sono tutt’altro che marginali. Riguardano quasi la metà delle misure e coinvolgono risorse ingenti. Le ragioni dei cambiamenti spesso non sono chiare. Alla Commissione andrà presentato un documento più articolato.