Tra il 2020 e il 2021 il ricorso alla cassa integrazione ha interessato quasi 10 milioni di lavoratori. La Cig ha svolto un ruolo cruciale nel mantenimento del sistema produttivo italiano, anche se ne hanno beneficiato soprattutto i lavoratori stabili.
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I giornali raccontano, quasi quotidianamente, storie di imprenditori che non riescono a trovare lavoratori stagionali. Almeno per le località balneari venete, i dati sembrano smentire l’aneddotica: il numero dei contratti stipulati è sui livelli delle stagioni migliori. Intanto, il decreto Aiuti certifica l’incapacità dei centri per l’impiego di intermediare domanda e offerta di lavoro, ma offre l’occasione per rivedere la nozione di “offerta di lavoro congrua” per i beneficiari del reddito di cittadinanza. Andrebbe semplificata sulla base dell’indicazione di un salario orario minimo non rifiutabile, legato al potere di acquisto effettivo. Non tutti i beni sono caratterizzati dalle stesse variazioni di prezzo. Per questo per affrontare l’inflazione non è sufficiente un unico strumento di politica economica. All’azione sui tassi di interesse vanno affiancati altri interventi. Nessuno vince durante una crisi finanziaria. Infatti, quella del 2011, sfociata nella Grande Recessione, ha allargato l’insicurezza economica alle classi medie, che erano rimaste indenni dalla globalizzazione, e ha aperto le porte al populismo in Europa. Il Parlamento ha approvato la legge di riforma delle carriere universitarie. Cambia il percorso per diventare ricercatore e raggruppamenti dai confini disciplinari più ampi sostituiscono gli attuali settori scientifico-disciplinari.
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L’alta inflazione crea malcontento fra i cittadini, sia nei paesi democratici sia in quelli autocratici. Solo la cooperazione internazionale può frenare una pericolosa spirale di instabilità politica. C’è una riforma strutturale che l’Italia sembra aver realizzato, avvicinandosi agli altri paesi europei: negli ultimi dieci anni il contenzioso giudiziale in materia di lavoro è costantemente diminuito, grazie a leggi che mirano a predeterminare il grado di protezione della persona che lavora. Nella ricerca di lavoro è ancora eccessivo il peso dei canali informali. Ne deriva un mercato del lavoro poco efficiente, con perdite di produttività per l’intero sistema che alimentano fenomeni come la fuga dei cervelli e l’immobilità sociale. Le piccole e medie imprese che compongono la struttura industriale del nostro paese spesso non hanno le risorse per garantirsi le competenze manageriali necessarie alla crescita. Il “voucher internazionalizzazione” ha permesso di ricorrere a consulenze esterne: un’analisi dei risultati. L’estate 2022 si prospetta all’insegna del caro-vacanze: nell’anno che doveva sancire il definitivo rilancio del turismo dopo la pandemia, sono arrivate la guerra in Ucraina e le spinte inflazionistiche a rallentare il settore.
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L’aumento dei prezzi registrato negli ultimi mesi ha colpito anche il settore turistico. Pesano in particolare i trasporti, ma anche le strutture ricettive. Gli italiani, però, sembrano comunque disposti a partire.
Nelle varie sedi internazionali l’Italia insiste per l’introduzione di un tetto al prezzo del gas. È una misura auspicabile, perché fra l’altro ridurrebbe le entrate in valuta pregiata per la Russia. Ma attuarla è una questione complessa e richiede compattezza e capacità di iniziativa politica dell’Europa. La decisione della Corte suprema degli Stati Uniti di abolire il diritto all’aborto a livello federale avrà importanti riflessi anche sotto il profilo economico. Restrizioni all’aborto comportano infatti conseguenze negative dirette e indirette, per le donne e per la società. Garantire il diritto allo studio universitario significa anche dare un alloggio agli studenti fuori sede, aumentati negli ultimi anni. Costruire nuove residenze studentesche è la soluzione strutturale, ma nella fase transitoria si può rivelare utile anche il “contributo affitto”. I giovani sembrano particolarmente distanti dalla partecipazione politica attiva e passiva. Per contrastare la loro disaffezione serve capire quali sono i temi che più suscitano il loro interesse e i nuovi modi con cui lo esprimono. Forse anche per la lontananza delle giovani generazioni dalla politica il dato che definisce le elezioni amministrative di giugno è sicuramente l’astensione. Al primo turno ha superato il 45 per cento su base nazionale e al ballottaggio ha raggiunto quai il 60 per cento. È in arrivo la legge delega per la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. È prevista dal Pnrr ed è un’occasione unica per disegnare un quadro sistematico di tutte le politiche e gli interventi per la non autosufficienza, senza modificare le attuali competenze istituzionali.
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Parlamentari e membri del governo non sono mai stati particolarmente giovani. Ora, però, tra le generazioni più giovani sembra essersi affievolita anche la partecipazione politica diretta. È un distacco che va ricomposto, ascoltando i loro interessi.
Anche senza dati statistici ufficiali, ricorrendo a metodi di stima alternativi, si può comprendere l’impatto immediato di una guerra sull’attività economica di un paese. Per l’Ucraina delineano un crollo nel momento dell’invasione russa, ma indicano una ripresa già in aprile, quando i combattimenti si sono allontanati dall’area di Kiev. I dati Almalaurea segnalano per il 2021 un aumento dell’occupazione e delle retribuzioni fra i laureati, trainato dalle professioni mediche. È una notizia positiva, che ha però un rovescio della medaglia: potrebbero allargarsi le distanze con i lavoratori meno qualificati e quelle tra Nord e Sud. Uno strumento per ridurre le disuguaglianze è garantire il diritto allo studio universitario. Finalmente, dopo i drastici tagli del 2010 e 2011, i fondi per le borse di studio sono tornati a crescere, grazie in particolare al Pnrr. Ma vanno ridefiniti i livelli essenziali delle prestazioni in questo campo. Il divario più rilevante resta comunque il ritardo economico del Mezzogiorno. Un rapporto di Banca d’Italia sottolinea il peggioramento degli ultimi anni e dà suggerimenti per migliorare le prospettive di sviluppo del Sud e, quindi, dell’intero paese. Nonostante i progressi registrati nell’ultimo anno, la particolare struttura della nostra economia, fatta di piccole e piccolissime imprese, non dà grande spazio a figure professionali molto qualificate. Si alimenta così un circolo vizioso che influisce su produttività e redditività, restringendo i margini per innovare e crescere. I rincari dei prezzi dell’energia colpiscono tutti i paesi dell’Unione europea. L’Italia subisce però gli effetti più gravi a causa della dipendenza dal gas russo. Il risultato potrebbe essere una perdita di competitività dell’industria italiana rispetto a quella di Germania e Francia.
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Quella che impropriamente viene chiamata “pace fiscale” non porterà nelle casse dello stato i 1.100 miliardi di cui si favoleggia, ma una somma ben più contenuta. In larga parte si tratta infatti di crediti ormai inesigibili e che andrebbero solo cancellati. Peccato che la legge delega di riforma fiscale non affronti il problema. Un doppio divario caratterizza l’Europa: quello che divide i lavoratori in insider e outsider e quello che divide i paesi del Nord e del Sud. La pandemia ha aggravato entrambi, e a farne le spese sono stati i lavoratori più fragili degli stati periferici. Alla globalizzazione si attribuiscono molte responsabilità, comprese problematiche dovute a scelte dei singoli paesi. Tuttavia, sfide come la sostenibilità ambientale e sociale si affrontano meglio a livello globale, a patto che siano stabilite regole chiare ed efficaci. Parlamento europeo, Consiglio e Commissione Ue hanno trovato un’intesa sulla direttiva “Women on boards”, che mira a introdurre quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate. Lavoce ha già discusso dei vantaggi e delle problematiche dell’approccio delle quote in un articolo che riproponiamo. La Bce prepara uno scudo anti-spread: un controllo esplicito del livello dei differenziali permetterebbe di evitare pericolosi salti nel buio e consentirebbe alla politica monetaria di proseguire nel percorso di graduale incremento dei tassi, in funzione anti-inflazionistica. Dal 2035 in Europa si venderanno solo auto elettriche. L’obiettivo è ambizioso, ma potrebbe avere effetti negativi su un settore importante per l’economia europea. E per il momento le difficoltà infrastrutturali spingono i consumatori ad acquistare veicoli tradizionali.
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