La battaglia contro il coronavirus si combatte anche attraverso analisi statistiche della dinamica dell’epidemia, sulla base delle quali prendere decisioni di politica sanitaria o economica. È indispensabile però che siano resi disponibili dati adeguati.
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Ogni anno la pubblica amministrazione spende almeno 150 miliardi nell’acquisto di beni e servizi. Attraverso un piano nazionale sulla domanda pubblica “intelligente” una parte di queste risorse potrebbe stimolare innovazione e crescita economica.
Inclusione economica e sociale passano anche da un servizio Internet a banda larga accessibile a tutti i cittadini. Se in Italia il problema è ridurre la distanza tra domanda e offerta, l’obiettivo del nuovo governo dovrebbe essere la connessione a 30 mega.
La collaborazione tra Volkswagen e Ford su auto elettriche e veicoli a guida autonoma ribadisce la necessità di grandi volumi per giustificare investimenti ingenti. Che sono utili per continuare a primeggiare nelle vendite. E per scongiurare sanzioni.
La presenza di una università contribuisce allo sviluppo sociale, economico e culturale di un territorio. Tanto più se l’ateneo è efficiente, perché stimola lo sviluppo di nuove idee e opportunità. Effetti maggiori dove il livello di sviluppo è già alto.
La rivoluzione digitale ridefinirà radicalmente la domanda e l’offerta di lavoro. Le previsioni indicano però che il saldo tra posti perduti e generati dovrebbe essere positivo. A patto di avere una visione di sistema, che in Italia per ora manca.
La portata rivoluzionaria dell’intelligenza artificiale in tutti i settori dell’economia le conferisce un’importanza geopolitica strategica. Non a caso il conflitto Usa-Cina sul tema è aspro. Così il diverso approccio europeo può diventare un modello.
Le analisi costi benefici sono necessarie per misurare gli effetti economico-sociali dei progetti e la loro convenienza. Alla politica spetta però il compito di dare indicazioni chiare su regole di calcolo, parametri e assunzioni per ciascun settore.
Il passaggio al sistema 5G sarà una rivoluzione tecnologica nell’informazione e nella comunicazione. Ma saranno coinvolti tutti i settori economici. Da quelli con al centro il consumatore a quelli b2b o legati alla pubblica amministrazione. I tempi, però, sono lunghi.
I rischi legati all’uso o all’abuso dell’intelligenza artificiale richiedono regole e meccanismi di controllo condivisi. In questo dibattito l’Italia deve ritagliarsi un ruolo da protagonista, se vuole governare un cambiamento dalle conseguenze radicali.