Il profilo delle persone che tra qualche mese saranno escluse dal Rdc è ben definito. In genere sono single o coppie senza figli, non più giovani, con bassi livelli di istruzione, residenti nel Sud, dove la domanda di lavoro è molto bassa.
Categoria: Lavoro Pagina 18 di 120
Per individuare chi nel 2023 percepirà il reddito di cittadinanza solo per sette mesi, il governo ha scelto un criterio che non ha niente a che vedere con l’occupabilità. Semmai è una misura mal concepita per proteggere alcune famiglie.
L’instabilità lavorativa non riguarda soltanto i giovani, ma anche una quota non trascurabile di lavoratori anziani. E ha conseguenze negative sulle prospettive di sopravvivenza dopo il pensionamento, soprattutto per gli uomini. I risultati di uno studio.
Il governo vuole agevolare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro nella fascia professionale più bassa tornando ad allargare le maglie della disciplina del lavoro occasionale. Gli effetti andrebbero verificati applicando il metodo sperimentale.
Il disegno di legge di bilancio 2023 prevede norme che contribuiscono a erodere ulteriormente la base imponibile Irpef e aumentano la complessità e l’iniquità del sistema. La più importante riguarda l’estensione della “flat tax delle partite Iva”.
Prima che sia troppo tardi, è arrivato il momento di arginare l’eccessivo potere delle big tech e dei loro proprietari. Istituzioni e cittadini devono impegnarsi per riportare le opportunità offerte dalla tecnologia all’interno del contratto sociale.
Il Governo ha giustamente deciso di prendersi più tempo per riformare in maniera adeguata il Reddito di cittadinanza. Le modifiche che entreranno in vigore nel 2023, però, rischiano di far ripetere gli errori fatti in passato.
Il Governo intende eliminare già a partire dal 2023 il Reddito di cittadinanza ai soggetti cosiddetti occupabili. Si tratta di una definizione ampia, che non tiene in considerazione le carenze di soggetti solo virtualmente in grado di lavorare.
Il rapporto di monitoraggio sul Pnrr ci aiuta a capire come sono contabilizzati i beneficiari del programma Gol. E non c’è da stare tranquilli perché i risultati inseriti nella rendicontazione alla Commissione europea sembrano più apparenti che reali.
Quali sono stati gli effetti della riforma Fornero su assunzioni e licenziamenti? La modifica dell’articolo 18 non sembra aver compensato l’aumento dei costi dei contratti a termine. Di fatto, si sono ridotti i margini di flessibilità delle imprese.