Domenica 8 e lunedì 9 giugno sono aperti i seggi per il voto sui cinque referendum. Tre quesiti propongono di abrogare alcune norme del Jobs act. I dati, però, non confermano la tesi secondo la quale questa normativa avrebbe smantellato le tutele dei lavoratori. I nodi della precarietà e di una più precisa regolamentazione dei rapporti di lavoro vanno affrontati con altri strumenti. La riforma del 2015 ha invece ridotto il contenzioso giudiziario in materia di lavoro, come si vede dall’andamento di procedimenti e pendenze. Il tasso di litigiosità è tornato a crescere quando alcune modifiche hanno allargato l’area di discrezionalità del giudice su licenziamenti e indennità. La validità dei referendum dipende dal raggiungimento del quorum dei votanti, un aspetto che ha suscitato molte polemiche anche in questa tornata referendaria. Vale la pena allora ripercorrere la genesi dell’istituto referendario ai tempi dell’Assemblea costituente e fare un confronto con le normative degli altri paesi dell’Eurozona. Le regioni svolgono un ruolo strategico nell’attuazione del Pnrr. Per questo preoccupano i ritardi accumulati nella fase di esecuzione dei progetti: è la sanità il settore dove le difficoltà sono più evidenti. Avranno conseguenze sui programmi di investimento per la coesione successivi al 2027 i rilievi sollevati dalla Corte dei conti europea sull’impostazione e sull’attuazione del Rrf, il dispositivo di ripresa e resilienza. La questione centrale è la valutazione degli interventi e il livello al quale avviene.
“Verso i referendum” è titolo dell’e-book nel quale abbiamo riunito gli articoli apparsi su lavoce.info a proposito dei cinque referendum abrogativi sui quali si vota l’8 e 9 giugno. Vogliamo così offrire ai nostri lettori informazioni chiare, affidabili e basate sui dati e sui fatti, per aiutarli a orientarsi tra norme, numeri e conseguenze concrete che, per ogni quesito, potrebbe comportare la vittoria del “sì” o del “no”. L’e-book è scaricabile qui.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
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È in edicola e sul web il numero di maggio di eco, dedicato al tema della difesa europea. Se l’Europa non sembra avere altra scelta che imparare a difendersi da sola, anche militarmente, bisogna sgombrare il campo dalle illusioni: spendere di più per la difesa significa diminuire la spesa civile. Occorre dunque farlo bene, evitando sprechi e duplicazioni. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”. Nell’uscita di questo mese si analizzano i dati sulla spesa per la difesa dei paesi europei, mettendoli in relazione con la distanza geografica da Mosca.