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Categoria: Rubriche Pagina 30 di 251

Il Punto

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Di sanità si occupano tutti gli schieramenti, ma è difficile ritrovare un disegno organico di revisione del Sistema sanitario nazionale, che si innesti sulla riforma introdotta dal Pnrr. Ogni partito offre la sua ricetta per il rilancio del Sud: ci si affida però a vecchie idee, senza affrontare nodi centrali, come quello del federalismo fiscale. Visioni distanti tra Centrodestra e Centrosinistra sulle politiche per la famiglia. Comune è invece la vaghezza dei progetti per realizzarle. Per i giovani sia Movimento 5 stelle sia Azione-Italia viva individuano problemi reali, ma non offrono soluzioni concrete. Tutti i programmi elettorali si occupano di politiche culturali, spesso facendo prevalere la retorica sui bisogni del settore, tanto che alcune proposte finiscono per sovrapporsi agli obiettivi del Pnrr. In tempi di crisi energetica, il nucleare è tornato nell’agenda politica, continuando tuttavia a dividerla, con opinioni diverse anche all’interno delle stesse coalizioni. Infine, torniamo anche a parlare della scarsa efficacia della flat tax nei paesi occidentali.

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Le proposte dei partiti per tema

Nel corso della campagna elettorale, lavoce.info ha analizzato le proposte dei partiti sui principali temi discussi all’interno dei programmi.

Il Punto

Attraverso il sistema di pluricandidature e posizionamento all’interno delle liste, la legge elettorale tende a spezzare il legame tra i territori e chi dovrebbe rappresentarli in Parlamento. In Europa il dibattito su gas ed energia ruota attorno ai prezzi e agli stoccaggi. Si parla poco, invece, di risparmio energetico. Negli ultimi mesi, la Germania ha fatto passi avanti in questa direzione, al contrario dell’Italia. Il “disaccoppiamento” tra il prezzo del gas naturale e quello dell’energia elettrica da fonti rinnovabili è la strada che si intende percorrere, anche in Europa, per far fronte al caro energia. Quali effetti potrebbe avere sugli investimenti e sui programmi europei di decarbonizzazione? Dopo i giorni del lutto e della commozione popolare per la morte di Elisabetta II, nel Regno Unito inizia una nuova e inedita fase, che potrebbe vedere la fine della monarchia. Concluso il periodo della crescita spettacolare, il mondo dello streaming torna a prendere in considerazione modelli di business in precedenza rifiutati. Netflix, per esempio, apre alla pubblicità. Se le Indicazioni geografiche sono un volano di sviluppo per i territori, l’intelligenza artificiale permette di individuare quelli che otterranno il riconoscimento e di conseguenza di indirizzare gli investimenti.

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In questa campagna elettorale lavoce è impegnata in un lavoro straordinario di analisi e fact-checking delle proposte elettorali. Lavoce non ospita pubblicità e i nostri contenuti aperti a tutti. Per svolgere il nostro lavoro nel modo migliore possibile, abbiamo quindi bisogno del supporto dei lettori: sostienici con una donazione, anche piccola!

Letta vs Meloni: quanto è stato accurato il leader Pd?

Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Enrico Letta: quanto è stato accurato durante il dibattito con Giorgia Meloni?

Il Punto

Nei programmi elettorali i partiti appaiono reticenti sui nodi centrali e irrisolti del nostro sistema scolastico, probabilmente per paura di perdere consensi. Ma gli elettori avrebbero diritto di conoscere la loro visione di scuola. Sulla durata dell’obbligo scolastico l’Italia è in linea con gli altri paesi europei. Di gran lunga sotto gli obiettivi europei è invece la disponibilità di asili nido, penalizzando così lo sviluppo cognitivo dei bambini e l’accesso al mercato del lavoro delle mamme. Abbiamo veramente bisogno della flat tax? Al di là delle specifiche proposte elettorali, tutti i suoi ipotetici benefici si possono raggiungere con altri metodi, senza aumentare la disuguaglianza. L’esame dei flussi del mercato del lavoro, contenuto in uno studio, aiuta a comprendere gli effetti della pandemia sul nostro sistema produttivo e la riallocazione dei posti di lavoro tra imprese e settori. Un’analisi su dati VisitInps mostra che in Italia circa un terzo dei differenziali salariali è dovuto a caratteristiche delle imprese. La percentuale è però più alta al Sud, dove è più diffuso il fenomeno della “segregazione salariale”. Il nostro paese ha rilasciato ben poche Blue Card, ovvero permessi di lavoro per lavoratori stranieri altamente qualificati. Eppure, l’arrivo di personale qualificato servirebbe alle nostre imprese. Potrebbe anche migliorare la percezione degli immigrati nell’opinione pubblica in un momento in cui la propaganda genera un “effetto inospitalità”, che incide sulle scelte dei cittadini stranieri. Prorogare il taglio alle accise sui carburanti, come chiedono i partiti in campagna elettorale, non è una buona idea. Va invece accelerata la transizione ecologica, allo stesso tempo proteggendo le fasce più deboli della società dall’inflazione. Questa volta il fact-checking de lavoce.info si occupa di Giorgia Meloni e delle sue affermazioni sull’assenza di condoni nel programma del Centrodestra e del suo partito. Controlliamo anche l’accuratezza dei dati che Enrico Letta ha citato nel dibattito televisivo con la segretaria di Fratelli d’Italia.

La redazione de lavoce si allarga: entrano a farne parte Andrea Garnero, Mariapia Mendola e Simone Pellegrino, che ci aiuteranno a coprire con grande competenza i temi del lavoro, della migrazione e del fisco. Avvicendamenti anche nel comitato di redazione, con l’ingresso di Alessia Amighini e Giuseppe Pisauro. Un caldo benvenuto e un grazie a tutti.

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Obbligo scolastico: come funziona nei paesi dell’Ue

Alcuni partiti propongono di alzare l’obbligo scolastico. Ma per durata e inizio non si discosta molto dagli altri paesi europei. È sulla disponibilità di asili nido che il nostro paese resta indietro rispetto agli obiettivi europei, specie in alcune zone.

Come funziona l’obbligo scolastico in Italia e in Europa

Nella campagna elettorale, si è parlato anche di obbligo scolastico. In particolare, Terzo Polo e Partito democratico hanno avanzato proposte di riforma che mirano ad alzarne la soglia.

In Italia l’obbligo scolastico comincia a partire dai 6 anni (cioè, dal primo anno della scuola primaria) e si conclude a 16 anni (ossia, generalmente, al secondo anno della scuola secondaria di secondo grado). Successivamente, e fino al compimento dei 18 anni, sugli studenti grava un obbligo formativo, che consiste nel diritto/dovere di frequentare attività che garantiscano forme di didattica, anche se alternativa. È il caso, per esempio, dei contratti di apprendistato.

Una prima proposta avanzata sia dal Partito democratico sia dal Terzo Polo nei loro programmi elettorali mira a estendere l’obbligo scolastico da 16 fino a 18 anni, ossia fino al raggiungimento della maggiore età. Attualmente, come si evince dalla figura 1, l’Italia si colloca quasi perfettamente in linea con la media europea, che è di poco superiore ai 16 anni (16,2 per l’esattezza). Infatti, Spagna e Francia presentano la stessa “età limite” dell’Italia, mentre per la Germania è ancora più bassa. Meritano una menzione speciale Belgio, Austria e Polonia, che offrono la possibilità ai propri studenti di frequentare gli ultimi tre anni di istruzione (dai 15 ai 18 anni) con una soluzione a tempo parziale. Dunque, se la proposta di Pd e Terzo Polo fosse approvata, l’Italia si collocherebbe fra i paesi con un’età dell’obbligo più elevata.

Una seconda proposta avanzata dal Partito democratico, peraltro fortemente contestata al recente meeting di Rimini, vuole estendere l’obbligo scolastico a partire dai tre anni, in modo da rendere obbligatoria la frequentazione della scuola dell’infanzia (ex scuola materna).

Attualmente, come si vede dalla figura 2, l’Italia si attesta al di sopra della media europea, che è pari a poco più di 5 anni (5,48 per l’esattezza). In effetti, diversi paesi europei (come Polonia, Grecia e Svezia hanno reso parzialmente obbligatorio frequentare la cosiddetta pre-primary school, soprattutto per l’ultimo anno prima dell’inizio dell’istruzione primaria. Tuttavia, pur non essendo obbligatorio frequentare la scuola dell’infanzia, secondo alcuni dati della Banca Mondiale, in Italia il tasso di iscrizione nel 2020 è stato molto alto (94,6 per cento) e superiore alla media europea, che si assesta all’89,6 per cento.

Nidi in ritardo sugli obiettivi europei

L’Italia sembra dunque allineata alla media europea sia per quanto riguarda l’estremo inferiore sia l’estremo superiore del periodo dell’obbligo scolastico. Al contrario, un’area di criticità ben più urgente è quella degli asili nido, la cui capienza e distribuzione sul territorio italiano rappresentano un problema serio.

Nel 2002, il Consiglio europeo di Barcellona aveva fissato come obiettivo minimo per il 2010 che almeno il 33 per cento dei bambini compresi fra 0 e 2 anni avesse garantito un posto in un asilo nido in tutti i paesi europei. A distanza di vent’anni, l’Italia non ha ancora raggiunto l’obiettivo: infatti, il numero di posti nei servizi educativi per la prima infanzia è di 26,9 su 100 bambini e la distribuzione è estremamente variegata sul territorio nazionale: se le regioni del Centro-Nord raggiungono appena il target minimo, quelle del Sud ne sono molto distanti, con tassi compresi fra il 14,5 e il 15,7 per cento (per le Isole).

La scarsità di asili nido sul territorio implica non solo una carenza di capitale cognitivo dei bambini (con effetti sui risultati scolastici di lungo periodo), ma anche un’accresciuta disuguaglianza di genere. Infatti, come analizzato da Daniela Del Boca nel suo articolo “Pnrr, ultima chiamata per la parità di genere”, l’aumento degli investimenti complessivi negli asili nido avrebbe come effetto un aumento della partecipazione femminile al mondo del lavoro, soprattutto negli anni della maternità, e un aumento del tasso di natalità.

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Meloni mente sull’assenza di condoni nella sua agenda

Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Giorgia Meloni: davvero i programmi di Centrodestra e FdI non fanno riferimento a condoni?

Il Punto

Dal voto del 25 settembre uscirà un Parlamento più equilibrato dal punto di vista del genere? Il numero di senatrici e deputate è senz’altro aumentato negli ultimi 25 anni, ma i partiti eludono gli obblighi di legge sulla rappresentanza di genere, mantenendo comunque più spazio per gli uomini. Due indici calcolano in che misura. La parità di genere non riguarda solo il Parlamento, ma la società nel suo complesso. La certificazione di parità per le aziende, introdotta dal Pnrr, può essere un’occasione di crescita, per le singole imprese e per il paese. Di fronte alla prospettiva di un inverno tormentato dalla penuria di gas, circolano perplessità sull’efficacia delle sanzioni contro la Russia. Servirà tempo, ma è inevitabile che Mosca paghi un prezzo alto in termini di Pil, di minori investimenti e di fuga di cervelli. Alla corsa dell’inflazione, la Bce ha risposto alzando i tassi. Discutibili sono la rinuncia a indicare un percorso futuro di politica monetaria e la poca chiarezza su tempi e modi della riduzione dei riacquisti di titoli in scadenza. In campagna elettorale, sulla questione immigrazione si fa molta propaganda, con la diffusione incontrastata di dichiarazioni che spesso non corrispondono a dati e fatti. Casa, quanto mi costi? Comune per comune, un indice permette di calcolare la quota di reddito familiare necessaria per acquistare un’abitazione, confermando la situazione di alcune aree. Il fact-checking de lavoce.info si occupa in questa occasione di Carlo Calenda e della sua affermazione su quanto leggono i ragazzi italiani.

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In questa campagna elettorale lavoce è impegnata in un lavoro straordinario di analisi e fact-checking delle proposte elettorali. Lavoce non ospita pubblicità e i nostri contenuti aperti a tutti. Per svolgere il nostro lavoro nel modo migliore possibile, abbiamo quindi bisogno del supporto dei lettori: sostienici con una donazione, anche piccola!

Quanto leggono i giovani?

Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Carlo Calenda: davvero legge un ragazzo su due?

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