GIOVEDì 26 DICEMBRE 2024

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Perché tante guerre in Medio-Oriente

Non c’è pace in Medio Oriente e senza pace non può esserci sviluppo economico e sociale. D’altra parte, la regione non è solo la più conflittuale al mondo, ma anche la più autocratica. Perché un basso livello di reddito peggiora la qualità delle istituzioni.

Il Punto

Dovrebbe essere uno strumento tecnologicamente avanzato, capace di rendere molto più efficace l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, per il momento il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa sembra funzionare con una mentalità burocratica più che avvantaggiarsi dell’intelligenza artificiale. Fanno sempre discutere le liquidazioni astronomiche dei supermanager, specie quando lasciano aziende in crisi. Ma la buonuscita è parte integrante della retribuzione e svolge una funzione precisa: è un incentivo ad allineare le scelte manageriali agli obiettivi del consiglio di amministrazione. Con il balzo dell’inflazione, torna il problema del fiscal drag, la quota di Irpef pagata da lavoratori dipendenti e pensionati che non corrisponde a un reale aumento di reddito. Lo stato dovrebbe restituire o almeno provvedere a sterilizzare questi aumenti automatici dell’imposta. Le operazioni di Unicredit prima su Commerzbank e poi su Banco Bpm hanno suscitato le reazioni del governo tedesco e di quello italiano. Entrambi gli esecutivi hanno così travalicato il loro ruolo, mentre dovrebbero superare i veti incrociati e favorire una effettiva unione bancaria europea. Gli spazi di coworking sono destinati a soppiantare gli uffici così come li abbiamo sempre concepiti? Le imprese che li mettono a disposizione non se la passano troppo bene. Per le aziende che li utilizzano, aumenta forse il benessere dei lavoratori, ma non la loro produttività. I produttori europei di auto delineano scenari drammatici con l’entrata in vigore dei limiti alle emissioni previsti dall’Unione europea già dal 2025. Il problema, però, nasce da loro precise scelte imprenditoriali e cancellare o attenuare le sanzioni per chi non rispetta i nuovi standard finirebbe solo per limitare l’innovazione.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.

Come di consueto, durante il periodo festivo lavoce.info interrompe l’invio della newsletter, che riprenderà il 7 gennaio 2025. Continueremo comunque ad aggiornare il sito con nuovi articoli. La redazione augura buone feste e un felice 2025 a lettori e collaboratori!

È in edicola e sul web il nuovo numero di eco dedicato alla crescita del debito pubblico nella gran parte dei paesi del mondo: è una questione da maneggiare con cura perché perderne il controllo comporta costi sociali altissimi. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”: in questo numero analizza l’evoluzione del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo in sette paesi – Francia, Germania, Giappone, Grecia, Irlanda, Italia e Stati Uniti – dal 2001 a oggi e con proiezioni fino al 2029.

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Se credi nella libera informazione e nella competenza, dona e fai donare il 5 per mille dell’Irpef a lavoce in quanto “associazione di promozione sociale”: Associazione La Voce, via Bellezza 15 – 20136 Milano, codice fiscale 97320670157. Lo si può trovare alla categoria “sostegno enti del terzo settore” (art. 46, comma 1, lettera b). Grazie!

Gli articoli pubblicati finora su lavoce,info che analizzano e commentano il Piano strutturale di bilancio sono raccolti in un Focus che proponiamo ai nostri lettori:

Continuano a mantenere inalterata la loro attualità due e-book realizzati di recente da lavoce.info. Con “La storia infinita dell’autonomia differenziata” ripercorriamo, attraverso gli articoli pubblicati su lavoce.info, gli ultimi sette anni della vicenda dell’autonomia differenziata, dal referendum lombardo-veneto fino ai nostri giorni. L’obiettivo è fare chiarezza su un tema che si presta facilmente alla propaganda politica. “L’inflazione del nostro scontento” riunisce invece gli articoli sul tema pubblicati su lavoce.info. Nell’e-book ci soffermiamo sui vari momenti e sui diversi aspetti della crescita dei prezzi, dalle cause scatenanti alle conseguenze, dalle risposte dei governi ai nuovi approcci delle banche centrali, tracciando un quadro complessivo su un episodio inflazionistico per molti versi eccezionale.

Siisl: più che intelligenza artificiale sembra l’anagrafe

Lanciato con grande enfasi, il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa è alla prova dei fatti deludente. Lento e burocratico l’inserimento delle domande, mentre sulle offerte di lavoro fanno meglio i motori di ricerca. Migliorerà in futuro?

Una liquidazione Stellantis

Perché le aziende pagano generose liquidazioni anche quando l’amministratore delegato è responsabile di una gestione dai risultati ben poco brillanti? Perché la buonuscita fa parte del pacchetto retributivo complessivo e svolge precise funzioni.

Coworking: rivoluzione o illusione

Il coworking è un’idea affascinante. Ma è un modello che produce risultati vantaggiosi per le aziende che gestiscono gli spazi e per quelle che li utilizzano? L’analisi del bilancio di un’impresa italiana del settore lascia più di un dubbio.

Risiko bancario, tra stato e mercato

Nella vicenda Unicredit-Commerzbank-Banco Bpm il governo tedesco e quello italiano cercano di condizionare l’esito di operazioni di mercato. Dovrebbero invece completare l’unione bancaria, creando un ambiente favorevole alle concentrazioni cross-border.

Fiscal drag: cos’è e quanto vale

Con il ritorno dell’inflazione è tornato anche il fiscal drag. Per lavoratori dipendenti e pensionati è una quota non indifferente di Irpef pagata in più senza un reale aumento del reddito. Lo stato dovrebbe restituirlo: i modi per farlo ci sono.

Industria dell’auto o Green Deal? Il falso dilemma dell’Europa *

I produttori di auto dicono di non essere pronti a rispettare i limiti alle emissioni previsti nel 2025, 2030 e 2035 e paventano scenari drammatici. Ma l’Europa non è chiamata a scegliere tra sopravvivenza dell’industria e lotta al cambiamento climatico.

Il Punto

Con la sentenza sulla legge Calderoli, la Corte costituzionale ha bocciato la previsione che avrebbe permesso anche alle regioni a statuto speciale di ottenere più autonomia attraverso un procedimento legislativo e non una modifica costituzionale del loro statuto. Ne deriva però una divaricazione di status e ruolo nella contrattazione con lo stato tra regioni ad autonomia speciale e regioni ad autonomia differenziata, che andrebbe risolta. In molti paesi europei, Italia compresa, la sostenibilità dei sistemi pensionistici è messa in dubbio dall’invecchiamento della popolazione. Per questo, insieme a politiche di sostegno alla natalità, bissogna incentivare l’allungamento dell’attività lavorativa e restringere la possibilità di uscite anticipate. Nel nostro paese, si aggiunge la questione della discontinuità di carriera delle donne: è un fattore chiave nello spiegare perché le pensioni delle lavoratrici sono più basse di quelle degli uomini. Lo sviluppo di progetti imprenditoriali nati dalla ricerca scientifica è fondamentale per affrontare problematiche complesse, come ad esempio il cambiamento climatico. Il mercato però non li finanzia. Tocca dunque alle agenzie pubbliche farlo, definendo protocolli di valutazione appropriati per sostenere innovazioni più radicali e di lungo periodo e non solo quelle di rapida commercializzazione.

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Chi ha “maggiore autonomia” tra regioni speciali e regioni differenziate?

La possibilità per le regioni a statuto speciale di ottenere più autonomia attraverso una legge ordinaria è tra i punti della legge Calderoli bocciati dalla Consulta. Ma si crea così una differenza di status con quelle ad autonomia differenziata.

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